Quasi un Highlander della profumeria storica: il celebre N°5 festeggia quest’anno il suo primo centenario e il suo successo non accenna a diminuire. Al passo con i tempi la Maison Chanel ha però fatto un restyling ecosolidale.
Cosa cambia nell’amato N°5?
Nel 1921 Gabrielle Chanel sceglie per il N°5 un flacone essenziale e senza ornamenti perché il profumo fosse in primo piano: oggi per celebrare il suo primo secolo, N°5 si veste di un flacone realizzato in vetro riciclato, senza perdere quella purezza, brillantezza e trasparenza che ricordano il cristallo.
Le equipe di Chanel e di Pochet du Courval, società insignita del marchio francese EPV (Entreprise du Patrimoine Vivant), hanno unito i loro savoir-faire per ripensare la lavorazione del vetro nell’ambito di un’iniziativa comune per lo sviluppo sostenibile.
Questa collaborazione virtuosa promuove l’economia circolare, riduce l’utilizzo di risorse naturali e limita le emissioni di carbonio, pur preservando l’estetica del profumo iconico. ”In media per 1 milione di flaconi prodotti con il vetro riciclato di nuova generazione SEVA 3*, risparmiamo oltre 25 tonnellate di materie prime vergini”, aggiunge la Maison Pochet.
N°5 Eau de Parfum in edizione limitata da 100 ml è il primo profumo a beneficiare di questa innovazione, che sarà progressivamente estesa agli altri profumi Chanel a partire dal 2022. Questo progetto fa parte di una collaborazione a lungo termine tra le due Maison, volto a collocare la sostenibilità nel cuore della ricerca e dello sviluppo dei prodotti Chanel.
Infine, il packaging del N°5 da 100 ml in edizione limitata è in carta biodegradabile.
Cosa non cambia nell’amato N°5?
Gabrielle Chanel chiama il suo profumo N°5 Si racconta che questo numero fa riferimento al quinto campione presentatole da Ernest Beaux, ma il 5 è anche il numero che la stilista, legata ai segni zodiacali e ai simboli, scelse come portafortuna e come data di presentazione delle sue collezioni spesso fissate il 5 del mese.
Cento anni dopo, il potere di seduzione e la modernità del N°5 rimangono intatti. Mentre la sua formula, gelosamente custodita dai nasi di Chanel, resta fedele alla sua identità olfattiva originale.
N°5 è un’astrazione, un’invenzione assoluta. Una fragranza che evoca una manciata di fiori senza che si possa identificarne nessuno. Quando Gabrielle Chanel e il profumiere Ernest Beaux diedero vita al N°5 nel 1921, fu una vera rivoluzione olfattiva. Rompendo la tradizione dell’epoca, che amava i “monofloreali”, la stilista chiese a Ernest Beaux: “Un profumo artificiale, costruito come un abito. Sono un artigiano del cucito. Non voglio la rosa, il mughetto, voglio un profumo composto… Un profumo di donna dal profumo di donna”.
Per lei, Ernest Beaux immagina un bouquet di 80 componenti le cui preziose note (rosa di maggio, gelsomino, ylang ylang, sandalo…) si mescolano per la prima volta nella storia con le aldeidi in grandi proporzioni, facendo del N°5 una fragranza astratta.